giovedì 9 gennaio 2014

SCUOLA MATERNA STATALE "PALAZZO CHIGI": UN COVO DI RIPETENTI

E' finito un anno, ne è cominciato un altro. Ogni trecentosessantacinque giorni è la solita solfa. Finita l'indigestione di panettoni, pandori, spumanti, si torna alla solita vita di sempre.
Anche i nostri politici, dopo essersi ritirati per il periodo natalizio ai Caraibi e in quel di Cortina, tornano alla loro vita di sempre, alle loro beghe da terza elementare.
Il nostro premier, Letta, vuole trovare un'intesa con i partiti della maggioranza sull'agenda di governo per questo 2014. L'agenda ha preso il nome di "Impegno 2014". Ora, Enrico caro, sei sicuro di aver scelto il nome adeguato? Perché secondo me la parola impegno associata a governo è pura utopia. Come la parola neurone associata a Homer Simpson. Come l'espressione voce melodiosa associata al ministro Cancelieri. Come l'aggettivo profumata associato a merda.
Andiamo più a fondo, però. Cosa prevede questa agenda di governo? Nessuno lo sa. O meglio, i punti fondamentali sono sviluppo, lavoro e riforme. Peccato che nessuno abbia idee su come risolvere questi tre nodi. Se si passa davanti a Palazzo Chigi e si vedono tante lampadine accese è perché i politici sono seduti sul water che pensano e ripensano come salvare il nostro Paese.
Comunque Letta è fiducioso: si è incontrato con quelli di Scelta Civica che sembrano d'accordo sulla sua agenda e anche Alfano sembra sulla medesima lunghezza d'onda. Enrichetto nostro è un po' preoccupato solo per quel che riguarda il PD: per alcuni le proposte di Letta in campo economico e sociale sarebbero troppo riformiste. Ma ci rendiamo conto? Letta, uomo PD, teme non che gli altri partiti gli rompano le palle, ma che sia il suo partito a fracassargli i maroni. Un po' come se alla maturità i professori interni ti mettessero i bastoni tra le ruote e quelli esterni ti passassero le domande della terza prova. Come se Silente avesse paura di Harry Potter e non di Voldemort.
Siamo alla follia! Però, intanto, tutto è fermo. L'unico che si muove, manco a dirlo, è Matthew. Matteo Renzi. Sì, perché, mentre gli altri si incontrano amabilmente per il te delle cinque parlando di cosa gli è stato portato da Babbo Natale e cosa la Befana, intervallando i due discorsi con una chiacchierata sulla situazione del nostro Paese, lui ha parlato con Monti, preparato un testo sulle unioni civili e sta mettendo a punto il Piano Lavoro. Praticamente gli altri sono coricati sul divano, lui invece gira il sugo, stende i panni, pulisce il bagno, mette a bollire l'acqua per la pasta e cucina l'arrosto.
Siccome sta anche brigando per la legge elettorale, tutti hanno paura che voglia andare alle elezioni in primavera. Nello scenario politico italiano è talmente inusuale che qualcuno si dia da fare, che appena succede si grida alla catastrofe. Matthew dice che i politici che hanno paura del suo attivismo sono semplicemente attaccati alla loro poltrona e al privilegio che questa comporta. Io gli credo. Ci sono politici che sulla poltrona di Palazzo Chigi pagano l'IMU, sapete? E' considerata seconda casa.
Ma veniamo a parlare della legge elettorale. Qui cambiamo scenario: dal clima da terza elementare regrediamo all'asilo. Siamo in un covo di eterni ripetenti.

Abbiamo il sindaco, il mattarellum corretto e la spagnola, che dette così sembrano posizioni del kamasutra. Invece no, sono tre modelli di legge elettorale. Praticamente cos'ha fatto il nostro Matthew? Con la sua squadra ha messo a punto queste tre proposte e ha detto ai politici tutti: "Qua ci sono tre modelli, scegliete quel che cazzo vi pare e non fracassate più le scatole!". No, di fatto non ha detto così. Lo ripeto, prima di essere querelato: non ha detto proprio così.
Ha proposto questi tre modelli e ha messo in atto una discussione con tutte le forze politiche affinché, di comune accordo, si scelga la legge più utile a far andare avanti l'Italia e non si perda tempo inutile per votarla. La si sceglie e la si vota.
Solo che Alfano vuole o il modello del sindaco o il mattarellum ma non il modello spagnolo, Forza Italia vuole o il modello spagnolo o il mattarellum ma non il modello del sindaco, Grillo invece vuole il caro e vecchio Porcellum. Praticamente siamo all'asilo. Solo che mentre all'asilo si litiga per le costruzione, qui si discute sull'Italia. Su sessanta milioni di persone.
Il fatto è che tutti si stanno occupando non di trovare la legge elettore giusta per far progredire l'Italia e dare al nostro Paese un governo stabile, no, si stanno occupando di trovare la legge giusta, adatta per salvarsi il deretano, il retrotreno.
Ecco, allora io posso dire una cosa? La risposta ovviamente sarebbe no, ma io la dico lo stesso. Andate cortesemente al lago di Lochness e vi fate inghiottire dal mostro? Oppure perché non andate nella prigione di Alcatraz ad autoinfliggervi pene corporali?
Davvero, quando è troppo, è troppo. Quando è basta, è basta. La vogliamo o no salvare questa nostra Italia? Tutti noi comuni cittadini nella nostra vita quotidiana facciamo dei sacrifici, piccoli o grandi: rinunciamo, che so, a prenderci un caffè, ad andare al cinema, ad andare dal parrucchiere per pagare le tasse che voi ci avete imposto. Tutte queste rinunce le facciamo perchè l'Italia noi la vogliamo salvare. E non abbiamo certo i vostri stipendi. Dunque, anche se con la nuova legge elettorale il vostro partito rischiasse di sparire o fosse certo che il vostro partito sparisca, sacrificatevi e fatevene una ragione: innanzitutto, con lo stipendio che avete percepito in questi anni potreste risolvere il problema della fame nel mondo, poi fareste qualcosa per cui, finalmente, potremo esservi grati. Accettando di andarvene, avreste dato il vostro contributo per salvare l'Italia.
 

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