venerdì 10 gennaio 2014

SCUOLA: SIAMO SU SCHERZI A PARTE?

Ma perché non parlare un po' di scuola? Per gli insegnanti è stato decisamente un buon inizio d'anno. D'altronde, come potrebbe essere altrimenti quando minacciano di decurtarti centocinquanta euro dallo tuo già non ricchissimo stipendio?
Ma praticamente cos'è successo? Praticamente i nostri amati politici hanno deciso che il leggero aumento degli stipendi degli insegnanti avvenuto nel 2013 per gli scatti di anzianità, bloccati negli anni precedenti, doveva essere restituito allo Stato. E ha deciso di rateizzare questa restituzione: centocinquanta euro al mese, appunto. Un po' come quando compri i materassi e non hai i soldi per pagarli subito. Solo che se compri i materassi, paghi e i materassi te li tieni tu. Invece qui lo Stato non ha più una lira e, al posto di risparmiare tagliando i costi della politica, chiede i soldi agli insegnanti.
La scuola è diventata un po' come il benzinaio: quando la macchina rimane a secco, si va da lui e si mette benzina. Quando lo Stato rimane a secco, taglia nella scuola.
Se andiamo avanti così, tra dieci anni gli studenti studieranno guardando le repliche di Superquark su Youtube; così non dovranno nemmeno più portare a scuola la carta igienica da casa o chiedere al prof di andare in bagno: mettono in pausa ed espletano i loro bisogni direttamente sul proprio water.
La nostra ministra dell'Istruzione, Maria Chiara mozzarella in Carrozza, ha detto di non sapere nulla di questa storia dei centocinquanta euro. Maria? Chiara? Carrozza che si trasforma in zucca? Ma come non ne sapevi niente? Sei la ministra dell'istruzione, mica la ministra del formaggio coi buchi! Chi deve sapere cosa succede nella scuola? Il ministro degli affari esteri? La nonna Pina che sta cucinando le tagliatelle?
Però, perché bisogna poi dire anche la verità, si è subito schierata contro questa iniziativa. Anche il nostro Matthew, Matteo Renzi, ha detto la sua: ha dichiarato che credeva di essere sul set di Scherzi a parte. Io, Matthew, ti stimo... Però mi hai rubato una battuta! Comunque ha ragione anche lui: si taglia, si taglia e ancora si taglia nella scuola ma gli stipendi dei politici rimangono gli stessi. Un insegnante prende in media millecinquecento euro, un politico sei volte tanto. Sai che risparmio se gli stipendi dei politici venissero tagliati anche solo, mettiamo, di un quarto?
Comunque è poi tutto rientrato.
 
Il giorno dopo Saccomanni e la mozzarella in Carrozza hanno dichiarato che gli stipendi degli insegnanti verranno lasciati così come sono. Che buon cuore, eh, i nostri politici! Abbiamo proprio una classe dirigente efficiente, attenta, magnanima!
Organizziamo una spedizione a Roma e cominciamo a tirare spaghetti all'amatriciana su Palazzo Chigi? No, per carità, menomale che gli stipendi degli insegnanti rimangono gli stessi. Bisognerebbe anche alzarli, ma facciamo finta per un attimo che non sia così. Però ci rendiamo conto che questi cambiano idea da un giorno all'altro? Un giorno sembra che abbiamo la maggioranza più compatta d'Europa, il giorno dopo sembra debba cadere il governo. Un giorno sono tutti lì a mangiare mortadella con una bottiglia di Barbera, il giorno dopo si lanciano le pagnotte di pane in segno di guerra. Un giorno dicono di appartenere a Grifondoro, il giorno dopo simpatizzano per Serpeverde. Capite in che mani siamo?
Il commento più bello su questa situazione è di Renatino Brum Brum, Brunetta: "Saccomanni si dimetta. Altri l'hanno fatto per molto meno". Brunetta... Altri però non l'hanno fatto per molto di più. E, anzi, continuano a chiedersi come mai sono decaduti.

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