venerdì 6 dicembre 2013

UN SEI DI INCORAGGIAMENTO

Parliamo un po' di scuola. E finalmente, proprio riguardo alla scuola, arriva una buona notizia. Buona... Diciamo non pessima, ecco. La scuola italiana è stata promossa dall'OCSE per i miglioramenti in questi ultimi anni. Per carità, rimaniamo al di sotto della media OCSE, però ci stiamo facendo un mazzo così per migliorare la nostra posizione. Insomma, per rimanere in ambito scolastico, ci è stato dato un 6 di incoraggiamento. Se non dimostreremo di migliorare ulteriormente, allora saremo rimandati a settembre.
Ma arriviamo alla notizia nuda e cruda: noi italiani siamo dei "secchioni paura" in matematica e scienze. Menomale che non sono nel campione statistico, altrimenti avrei potuto dire che il calcio è quel gioco che si fa con la palla e l'elettrolisi è un sinonimo di elettroshock. Inoltre, siamo migliorati anche nella lettura. E qui, miei cari, permettetemi un pensiero. Laterale, of course. 
Ecco, a me è capitato di sentire ragazzi leggere. Non sembrava stessero leggendo un testo, sembravano bambini di prima elementare che si allenavano con la divisione in sillabe. Comunque, se l'OCSE dice che leggiamo bene e ci loda, io mi fido. In fondo, è tutta una questione di parametri: magari in Francia i ragazzi faticano a leggere "Je suis", così un ragazzo italiano che riesce a leggere "Li vuoi quei kiwi?" senza impappinarsi come Giurato è considerato un genio.
Comunque sia, gioiamo e rallegriamoci di questo apprezzamento dell'OCSE! Segno che qua in Italia mica si frigge con l'acqua. E sì, perché di presupposti per un miglioramento non ce n'erano proprio: dai tagli fino ai professori che prendono uno stipendio tra i più bassi d'Europa, di certo nessuno pensava che si potesse migliorare. E invece così è andata. Merito degli studenti, ma merito anche di questi professori che tutti i giorni si fanno un mazzo così per, appunto, uno stipendio da fame e per essere considerati dalla maggioranza della gente dei nullafacenti, quando invece il loro lavoro consiste nel preparare le lezioni a casa, nel correggere i compiti a casa, nell'andare a scuola a far lezione e nel sopportare i genitori che, credendo che il loro figlio sia un genio incompreso, quando prende un brutto voto minacciano ricorsi e querele. Questa è la vita dell'insegnante, tutto per 1200 euro al mese, se va bene.
E questo risultato è stato ottenuto nonostante i tagli. Sì, perché nella scuola pubblica si continua a tagliare, però aumentano i fondi destinati alle scuole private. Praticamente alle scuole destinate a tutti i cittadini, anche a quelli più poveri, si tolgono risorse, mentre alle scuole destinate a ricconi e figli di papà si continuano a dare soldi. Non lo so, lì i giardinieri costano troppo e non si può tagliare? D'altro canto perché aiutare chi ha bisogno quando si possono tranquillamente aiutare che hanno un conto in banca equivalente al PIL della Svizzera?
L'ultimo ad agire in tal senso è stato Maroni, il governatore della Lombardia. Gli studenti si sono ribellati e lui si è stupito. "Come mai?", si sarà chiesto. E come mai, come mai! Magari gli studenti si sono rotti i maroni, Maroni! Perché, e questo non solo in Lombardia, ma in tutta Italia, si taglia, si taglia ma non cambia niente. La qualità dell'istruzione peggiora. L'OCSE dice, è vero, che siamo migliorati, ma dice anche che non siamo in grado di accogliere e integrare i ragazzi stranieri, che rimangono irrimediabilmente indietro rispetto agli altri studenti.
Allora, forse, togliamo un miliardino dai rimborsi elettorali o risparmiamo tagliando il numero dei parlamentari, e diamo questi soldi alla scuola. Perché, se si continua a tagliare da lì, non c'è futuro.

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